Io e Davide avevamo deciso la data delle nozze e le nostre idee erano chiare: una cerimonia sentita nella chiesa che avevamo scelto, seguita da un pranzo in una villa con un giardino da favola… mancavano solo le fedi!
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Nella seconda metà dell’Ottocento il platino è diventato apprezzatissimo in Europa e ha cominciato a essere considerato il metallo più adatto ad accompagnare il diamante. Il suo prezzo elevatissimo, però, lo rendeva appannaggio di pochi, così verso il 1922 furono studiate delle leghe di oro bianco come suo sostituto più economico. Oggi che il prezzo dei due metalli è molto simile non è più necessario ricorrere all’oro come “surrogato” del platino, eppure per me l’oro rimane il materiale migliore per l’anello di fidanzamento. Ma come fare a evitare le allergie?
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L’anello di fidanzamento classico, quello che si vede nelle vetrine delle gioiellerie, è un solitario con castone molto sporgente. La tradizione lo vuole così, eppure molti clienti mi chiamano con un’idea diversa: non vogliono un anello di fidanzamento “sporgente” ma un anello “a filo”. A volte perché lo preferiscono esteticamente, a volte perché trovano che l’elemento sporgente sia scomodo. È una buona idea?
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Adoro le forme geometriche e ardite, sono quelle con cui riesco a esprimere la mia creatività al massimo! Qualcuno resta spiazzato quando propongo un anello geometrico, ma solo perché è un’idea a cui non è abituato. Con Fabio è stato tutto in discesa perché la sua ragazza aveva le idee molto chiare sull’ oreficeria.
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