L’unita’ di misura dei diamanti, il carato
Quando dobbiamo misurare qualcosa, ci riferiamo sempre ad una precisa unita’ di misura.
Per misurare le distanze abbiamo il metro, per pesare gli oggetti il kilogrammo, e cosi’ via. Anche il diamante ha la sua unita’ di misura, che viene chiamata carato.
Il carato storicamente ha origini meno “nobili” ma parecchio curiose paragonato alle storie rigorosamente scientifiche riguardanti le misure del Sistema Internazionale, perche’ il termine carato deriva dai semi di carrube!
La particolarità di questi semi vegetali è di avere tutti lo stesso invariabile peso, pari a circa 0,2 grammi.
Anticamente diventò così facile stabilire velocemente il peso di qualcosa, utilizzando bilance e semi come strumenti.
Ecco che allora il carato, termine di origini arabe a sua volta derivato dal greco e riferito ai semi, e’ diventato una vera e propria unita’ di misura.
Il peso del diamante viene tuttora misurato in carati, ed un carato corrisponde quindi 200 milligrammi.
Il carato viene anche suddiviso in punti, 100 per la precisione, quindi possiamo trovare indicato il diamante sia in carati sia in punti.
Parlando in termini di valore di un diamante, il suo costo non è direttamente proporzionale al peso in carati, ma assume valori esponenziali, in quanto e’ raro trovare in natura diamanti dalle dimensioni generose.
Ecco perche’ una donna sara’ piu’ felice di ricevere un anello con un diamante etico di abbondante caratura, perchè sarà più raro!
Infine, che il carato sia ora un’unita’ di misura ‘nobile’ e’ dato dal fatto che viene usato anche per indicare la purezza delle leghe d’oro, in particolare per indicare quante parti del nobile metallo ci sono in una lega.
Quindi oro e diamanti possono andare a braccetto, magari proprio su un anello di fidanzamento.
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Eva